Nel mondo delle ostriche, il termine calibro indica la taglia commerciale del mollusco, cioè la sua categoria in base al peso medio.
Non si parla quindi di “diametro del guscio”, ma del peso effettivo dell’ostrica intera (guscio incluso), espresso in grammi.
È un parametro fondamentale per i professionisti del settore: allevatori, distributori e ristoratori, perché consente di classificare il prodotto in modo omogeneo, comunicando al consumatore la dimensione reale e la resa gastronomica.
Nel caso delle ostriche concave (Crassostrea gigas), questa classificazione è da tempo regolamentata con calibri numerici da 00 a 6.
Per le ostriche piatte (Ostrea edulis), invece, fino a oggi non esisteva uno standard unico e riconosciuto: ogni produttore adottava le proprie soglie di peso, con indicazioni a volte numeriche (0000, 000, 00, 0, 1, 2, 3…) e a volte alfabetiche (P, G, TG).
Da gennaio 2025, tutto questo è cambiato con l’arrivo del nuovo sistema ufficiale di calibrazione.
Il mondo delle ostriche piatte (Ostrea edulis) sta infatti vivendo una piccola grande rivoluzione.
Dal 1° gennaio 2025 entra in vigore il nuovo sistema di calibrazione ufficiale, approvato dal Comité National de la Conchyliculture (CNC) francese, che sostituirà la vecchia nomenclatura basata su numeri e usi locali.
Una svolta che porta più chiarezza, trasparenza e uniformità — per produttori, ristoratori e amanti del mare.
Fino a oggi, il mondo delle ostriche piatte viveva in una sorta di “zona grigia”: ogni produttore seguiva un proprio criterio di calibrazione. Chi parlava di “numero 0”, chi di “P”, chi di “TG” — insomma, orientarsi non era facile.
L’obiettivo del nuovo regolamento è semplice: unificare la classificazione, garantire al consumatore un’informazione chiara sul peso effettivo delle ostriche e facilitare il commercio internazionale con una nomenclatura standard e riconoscibile.
Dopo un periodo transitorio fino al 31 dicembre 2024, il nuovo sistema è diventato obbligatorio per tutti i centri di spedizione e produttori nel 2025.
In passato, le ostriche piatte erano classificate secondo una scala numerica che variava da regione a regione. Il principio era semplice: più il numero era basso, più l’ostrica era grande.
| Column title | Column title | Column title |
|---|---|---|
| 000 | ostrica molto grande | 120 g |
| 00 | grande | intorno a 100 g |
| 0 | media-grande | 80–90 g |
| 1 | media | 60–70 g |
| 2-3 | piccola | 40–60 g |
| 4-6 | molto piccola | sotto i 40 g |
Il problema? Non esisteva un riferimento normativo univoco. Ogni produttore usava le proprie soglie di peso, e la dicitura in etichetta poteva variare anche sensibilmente.
Il CNC ha approvato nel 2024 una nuova griglia di calibrazione ufficiale basata sul peso effettivo dell’ostrica, non sulla dimensione del guscio. Ecco come cambia il linguaggio del mare:
| Nuovo calibro | Nome commerciale | Peso dell’ostrica | Equivalenza approssimativa vecchio sistema |
|---|---|---|---|
| P | Petite | 35 – 45 g | ≈ n. 3 – 4 – 5 |
| M | Moyenne | 46 – 65 g | ≈ n. 2 |
| G | Grosse | 66 – 85 g | ≈ n. 0 – 1 |
| TG | Très Grosse | 86 – 105 g | ≈ n. 00 |
| TTG | Très Très Grosse | 106 – 159 g | ≈ n. 000 |
| HG | Hors Catégorie (“Pied de cheval”) | > 160 g | oltre il vecchio 000 |
Da gennaio 2025, queste sigle sono obbligatorie sulle etichette, insieme alla denominazione “Huîtres Plates / Ostrea edulis”, al peso netto e al numero minimo di ostriche contenute nel confezionamento.
Adeguamento delle etichette e delle confezioni ai nuovi calibri (P, M, G, TG, TTG, HC). Aggiornamento di listini, codici prodotto e comunicazione al cliente. Periodo di transizione fino al 31/12/2024 per smaltire le vecchie scorte.
Maggiore chiarezza in carta: un calibro “G” o “TG” darà subito un’idea precisa della pezzatura servita. Possibilità di comunicare meglio il valore di un’ostrica importante come una TTG o una “pied de cheval”.
Addio confusione: da ora le taglie si leggono con le lettere. Più trasparenza: ogni confezione indica il peso medio e il numero minimo. Più facilità nel confrontare qualità e prezzo tra diversi produttori.
Il cambio di calibrazione non è solo una questione tecnica: è un segno di evoluzione nel mondo dell’ostricoltura artigianale. Come accade per i vini o i formaggi DOP, la standardizzazione aiuta a comunicare meglio la qualità e a rendere il mercato più chiaro e competitivo. Chi ama le ostriche piatte — dalla piccola e delicata “P” alla maestosa “TTG” — potrà finalmente orientarsi con facilità, riconoscendo subito la taglia e la personalità del prodotto che ha davanti.